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Caro Renzi, non scherziamo con la Carta…

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Caro Renzi,
confesso di aver a lungo esitato tra Lei e i due Presidenti delle Camere come destinatari di questa letterina natalizia: ma l’ho vista così deciso in tv con i bambini e con tutti gli altri che mi è parso urgente rivolgermi proprio a Lei, perché faccia qualcosa di pubblico nei confronti di Grasso e Boldrini. Sempre che malgrado le apparenze Lei abbia cuore le sorti democratiche di un Parlamento che ad oggi è ancora uno dei tre poteri di Montesquieu che si dividono la democrazia. Si tratta di questo: se non cale a nessuno della sentenza della Consulta e poi della Cassazione, in questo 2014 che sta finendo, sentenza che per la prima volta nella storia della nostra Repubblica definisce per vari aspetti inconstituzionale la legge “Porcellum” con cui abbiamo votato nel 2006, nel 2008 e nel 2013, come democrazia siamo praticamente rovinati. Per motivi ovvi, addirittura da bar, che chiederò a Benigni – se ne ha il coraggio – di riassumere in una serata televisiva dedicata al trema. Quali sono questi motivi? Che della sentenza citata nessuno, dico nessuno, a partire da Lei, finora ha tenuto alcun conto. Prova ne sia che l’Italicum in gestazione (d’accordo con Berlusconi oppure no, non lo so e non me ne intendo…) si avvia sulla stessa strada incostituzionale denunciata dalla Consulta. Il sistema è semplice: mi faccio la mia legge elettorale suina o non suina come più aggrada a me o alla mia maggioranza, me ne frego se è o meno costituzionale, se si deve andare a votare si va con la nuova anche se dovesse ricalcare giuridicamente ed extracostituzionalmente la vecchia, e per cinque anni siamo a posto. Nel senso che si può mettere mano nel frattempo a un’altra riforma della legge elettorale altrettanto incostituzionale. Tanto chi ce lo può impedire?

Lo so, sembra un racconto di Buzzati, ma Renzi mio, nei confronti del quale non ho giuro alcun pregiudizio ma solo post-giudizi, è invece la pura realtà. Alla faccia di quell’art.1 sul “principio generale della trasparenza” del decreto legislativo 33 del 2013 che su dettato europeo pretenderebbe un comportamento affatto diverso. Qui è in voga piuttosto l’articolo 2 sull’opacità, ma della costituzione cosiddetta materiale, fatta delle azioni dei politici e non della Carta dei Padri Costituenti ridotti ormai alla memoria a una bocciofila di alticci. Per esempio mi fa sapere, anche consultandosi con Boldrini e Grasso che non rispondono a nessuno di questi quesiti neppure se esposti da dotti costituzionalisti, perché non è stato applicato l’art.66 della Carta sulla convalida degli eletti? Se il premio di maggioranza è stato dichiarato illegittimo, avrò almeno il diritto di conoscere i nomi di chi è in Parlamento in base a tale espediente bocciato dalla Consulta? Lo so, alla Camera costoro sono tutti Pd, ma ne faccio una questione di principio non di partito.

Ancora: mentre in meno di due anni in questa legislatura hanno cambiato casacca in 160 tra le due Camere, un sesto del totale, alla faccia di un malinteso svincolo di mandato, posso sapere chi è entrato in Parlamento al posto di chi è stato eletto in maggio al Parlamento Europeo, è morto oppure si è stufato (l’ultima voce credo sia derubricabile…)? Perché vede, caro Premier, Lei certo non ci crederà ma chi è subentrato è subentrato con gli stessi criteri elettorali negati dalla Consulta, ovverosia della sentenza famosa se ne è bellamente fottuto. Come se non ci fosse stata. Infine: Lei ci tiene al Quirinale, vero, alla regolarità dell’elezione del successore di Napolitano. Ebbene, lo voterà gente che non dovrebbe star lì a votare, perché eletto in Parlamento secondo norme elettorali incostituzionali. Del tutto ignorate. Potrebbe occuparsene, caro Renzi, se considera la faccenda di qualche interesse? Auguri, allora.

Suo Oliviero Beha


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